Il mese di giugno viene definito Pride Month. Tanti di noi lo collegano al gay pride, quindi alle manifestazioni e marce dell’orgoglio omosessuale, ma ormai si tratta di parate dell’orgoglio della comunità LGBTQ+, che rappresenta un “ventaglio di orientamenti sessuali ed identità di genere” come si legge sul sito di gay.it.
Perché questa puntata del T4B Recruiting Talk è dedicata a questa tematica? Perché se si vuole sradicare un qualunque pregiudizio, allora non ci si può fermare a qualche marcia durante l’anno, ma siamo chiamati tutti a fare la nostra parte. E per quanto riguarda il mondo lavorativo e aziendale, noi Recruiter abbiamo una grande responsabilità.
Iniziamo però con qualche dato:
Ci rendiamo conto? Nel 2022 ci sono persone che non mandano il CV perché temono discriminazioni? Evidentemente da parte nostra, come conferma il quasi 60%, perché è il Recruiter che gestisce il processo di selezione e la “candidate’s experience”.
Che cosa possiamo fare quindi noi concretamente, sin da subito? Da non esperta in tematica, mi sono venuti in mente 3 azioni attuabili:
✔ comunicazione neutra e employer branding;
✔ criteri di selezione definiti a priori;
✔ lavorare su noi stessi e i bias nel recruiting.
Buon ascolto e buona visione,
Valerie Schena Ehrenberger
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