L’ospite di oggi è Silvia Basiglio, psicologa del lavoro libera professionista, consulente organizzativa e collaboratrice per la società di ricerca e selezione di personale Sinthema.
L’ho conosciuta perché cercavo per un mio cliente un professionista specializzato nella Generazione Z. Oltre a conoscere un’esperta in materia, ho scoperto che Silvia ha preso delle decisioni in ambito professionale che ci si aspetta di vedere di più in un profilo giovane: dopo 20 anni come dipendente e manager HR di azienda, nel 2021 ha deciso di mettersi in proprio, per creare un lavoro molto ben amalgamato e allineato al suo stile di vita.
Conferma quindi il trend che allineare la ricerca del lavoro, non tanto perché in linea con i propri studi, ma perché in linea con i propri interessi, è stato accelerato con la pandemia, in forma di Great Resignation – o Great Reshuffle. Il lavoro è diventato un tassello all’interno di un percorso di vita e non più l’identificazione di vita e successo, come si pensava anni fa, e questo per tutte le generazioni.
Quindi abbiamo affrontato il tema del Quiet Quitting, questo termine creato da un TikToker che descrive il fenomeno delle “dimissioni in bianco”, del “tirare i remi in barca”, di lavorare “il minimo indispensabile” con sforzo limitato. Atteggiamento che è sempre esistito? Sì, ma il fatto allarmante è che ora lo notiamo tra la GenZ che dovrebbe invece affrontare il lavoro con entusiasmo e voglia di realizzarsi.
Abbiamo parlato:
Che cosa può fare concretamente l’azienda per attrarre, motivare e fidelizzare questa Generazione Z?
Inoltre, quali sono le 3 caratteristiche che un recruiter deve avere per affrontare queste nuove sfide, secondo Silvia Basiglio?
Valerie Schena Ehrenberger
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